Infertilità Femminile: Indagini di Laboratorio

Esami disponibili

La valutazione ormonale basale consta di un prelievo ematico da eseguire il 2° o 3° giorno del ciclo; solo la valutazione ormonale basale consta dei seguenti dosaggi:

  • FSH (follicle-stimulating hormone) ormone follicolo-stimolante;
  • LH (Ormone Luteinizzante);
  • 17 beta Estradiolo (o E2);
  • Prolattina TS.
Nel caso in cui ci sia il sospetto della Sindrome dell’Ovaio Policistico ai precedenti vanno aggiunti i seguenti dosaggi
Il test si può eseguire:
  • Testosterone;
  • Androstenedione;
  • DHEAS;
  • SHBG (globulino che lega gli ormoni sessuali);
  • Insulinemia.

Scopo degli esami


FSH

(follicle-stimulating hormone)
ormone follicolo-stimolante

LH

Ormone Luteinizzante

I test servono a valutare il funzionamento delle ovaie e soprattutto per la diagnosi dell’amenorrea (assenza di mestruazioni). Innalzamento dell’FSH con LH elevato o normale indica un deficit ovarico.
Tassi normali di FSH con LH alto sono tipici invece di disfunzioni nell’equilibrio dell’ipotalamo, ipofisi e ovaio oppure di ovaio policistico.Bassi livelli di entrambi gli ormoni indicano una insufficienza ipofisaria o, più spesso, un disturbo ipotalamo-ipofisario.
Nell’uomo l’ipogonadismo di origine periferica si caratterizza per l’innalzamento di FSH e LH e l’abbassamento del testosterone, mentre nell’insufficienza del sistema ipotalamo-ipofisi il testosterone si abbassa mentre gli altri due ormoni rimangono costanti.
Nella donna la quantità di FSH e LH prodotta dall’ipofisi anteriore presenta un andamento ciclico e varia nei 28 giorni del ciclo mestruale. All’inizio del ciclo mestruale viene liberato FSH, che stimola la crescita dei follicoli nelle ovaie. Poi un follicolo si trasforma in un follicolo di Graaf, che produce il massimo livello di estrogeni. L’aumento del livello degli estrogeni dapprima inibisce la secrezione di FSH, poi stimola la secrezione di LH che provoca la rottura del follicolo, accompagnata dalla liberazione di un uovo e dalla formazione di un corpo luteo. Quest’ultimo secerne soprattutto progesterone che inibisce la secrezione di LH. Oltre alla modulazione del progesterone, la produzione di FSH e LH viene anche stimolata da un fattore ipotalamico, il fattore di liberazione della gonadotropina (gonadotrophin releasing hormone, GnRH).
Nel maschio adulto l’ipotalamo produce GnRH e l’ipofisi anteriore produce una quantità costante di FSH e LH. L’ormone LH stimola le cellule interstiziali del testicolo a produrre il testosterone e altri androgeni e quindi viene anche chiamato ormone stimolante delle cellule interstiziali (interstitial cell stimulating hormone, ICSH), mentre l’FSH esercita un effetto importante sulla produzione costante di spermatozoi.

17 beta Estradiolo – E2

Ormone Steroideo

La valutazione dei livelli plasmatici di questo ormone rappresenta un indice di funzionalità ovarica e dell’asse ipotalamo-ipofisi-gonadi. Bassi livelli possono essere presenti in caso di ermafroditismo, pseudoermafroditismo, ipogonadismo ipogonadotropinico, terapia estroprogestinica, sindrome di Turner. Livelli elevati di estradiolo possono essere dovuti a gravidanza, tumori ovarici estradiolo secernenti, tumori testicolari estrogeno secernenti, tumori testicolari con iperplasia surrenale, insufficienza epatica.

Prolattina

Ormone polipeptidico

Nella donna che lamenta la scomparsa delle mestruazioni, ma non è gravida, tassi di prolattina superiori a 100 mcg/l indicano con molta probabilità un adenoma (neoplasia) dell’ipofisi. Nell’uomo valori elevati possono indicare ipogonadismo. Durante la gravidanza la prolattina aumenta fino a 250 mcg/l immediatamente prima del parto, per poi normalizzarsi in due settimane se la donna non allatta e in 3 mesi circa se allatta. Per stabilire la carenza di prolattina (possibile segno di insufficienza ipofisaria), invece, è necessario ricorrere ad altri test cosiddetti di stimolazione. Essa aumenta negli adenomi ipofisari prolattina secernenti, nella sindrome di Chiari-Frommel (amenorrea-galattorrea), nell’ipotiroidismo, nel morbo di Addison, nelle infiammazioni e traumi della base cranica, nelle lesioni toraciche, nel carcinoma bronchiale, nel tumore della tiroide, nella suzione prolungata del capezzolo. Inoltre farmaci quali estrogeni, resurpina, alfa-metil-Dopa, fenotiazine, metoclopramide, sulpiride, cimetidina, ranitidina, oppiacei, anfetamine, isoniazide, neurolettici, possono far aumentare i livelli di prolattina. Può aumentare anche in seguito a stress, esercizio fisico ed ipoglicemia. I suoi valori diminuiscono nel panipopituitarismo: sindrome di Sheehan (nella donna), tumori ipofisari (nell’adulto maschio), craniofaringioma (nel bambino). La L-dopa, bromoergocriptina, apomorfina, metisergide, clonidina sono in grado di farne diminuire i livelli.

La valutazione ormonale basale consta di un prelievo ematico da eseguire il 2° o 3° giorno del ciclo; solo la valutazione ormonale basale consta dei seguenti dosaggi:

  • FSH (follicle-stimulating hormone) ormone follicolo-stimolante;
  • LH (Ormone Luteinizzante);
  • 17 beta Estradiolo (o E2);
  • Prolattina TS.
Nel caso in cui ci sia il sospetto della Sindrome dell’Ovaio Policistico ai precedenti vanno aggiunti i seguenti dosaggi
Il test si può eseguire:
  • Testosterone;
  • Androstenedione;
  • DHEAS;
  • SHBG (globulino che lega gli ormoni sessuali);
  • Insulinemia.

Scopo dell’ esame


AMH

Ormone Antimulleriano

L’AMH è utilizzato primariamente come marcatore dell’età ovarica. Il numero dei follicoli primordiali decresce progressivamente durante la vita di una donna e virtualmente si azzera al momento della menopausa.
I valori di AMH si riducono consensualmente alla riduzione dei follicoli ovarici per cui la sua misurazione può dare un’idea di quale sia la riserva ovarica di una donna.
Per fare un esempio:
  • l’AMH viene misurato in tutte le donne in età fertile che sono state sottoposte a chemio o radioterapia per un tumore che vogliano sapere se e quanto le ovaie sono state danneggiate.
  • Un altro esempio potrebbe essere una donna con storia di menopausa precoce in famiglia o che abbia anticorpi anti ovaio (condizione rara che può portare a menopausa precoce) che vuole sapere quanta riserva ovarica ha per decidere su una eventuale gravidanza.

Un altro grande utilizzo della misurazione dell’AMH vi è nel campo della fecondazione assistita.
Infatti l’ormone antimulleriano viene utilizzato come marcatore prognostico della risposta ovarica alle terapie ormonali stimolanti e viene quindi misurato prima della terapia.

La valutazione infettivologica è di fondamentale importanza per una corretta valutazione della propria salute; inoltre permette una facile prevenzione di tutte quelle malattie infettive e patologie veneree che possono rendersi responsabili di sequele gravi quali, sterilità, gravidanze ectopiche, aborti, moratalità perinatale e rischio di coinvoglimento di altri organi.

Prestazioni da eseguire nella donna:

  • Tampone vaginale con antibiogramma

Ricerca molecolare per:

  • HPV;
  • Chlamydia trachomatis;
  • Ureaplasma urealiticumum;
  • Ureaplasmma genitalium;
  • Neisseria gonorrhoeae (Gonorrea).
Molte infezioni, poi, in quanto silenziose possono diventare croniche. Le conseguenze non sono da sottovalutare: le tube uterine possono ostruirsi e l’utero diventare un ambiente poco favorevole all’insediamento dell’ovulo.

Scopo dell’ esame


Tampone Vaginale con Antibiogramma

Il tampone vaginale è un esame specifico che permette di curare disturbi vaginali ed evita l’insorgenza di malattie più serie a carico dell’apparato genitale femminile.
Il prelievo, estremamente semplice, necessita di una piccola quantità di secrezione vaginale che, analizzata al microscopio, verifica la presenza o meno di microrganismi quali batteri, funghi o parassiti, che con la loro presenza favoriscono l’insorgenza di infezioni.
Tali infezioni, se trascurate, comportano diversi problemi per la salute della donna.
Spesso i germi proliferano indisturbati all’interno della vagina anche perchè la donna non avverte alcun sintomo.
Di solito, il prelievo vaginale è immerso in una sostanza liquida o gelatinosa, dove sono presenti diversi elementi nutritivi per i microrganismi.
Se sono presenti uno o più batteri, aiutati dagli elementi nutritivi, avranno la possibilità crescere e proliferare fino a formare una vera e propria colonia batterica visibile al microscopio. A questo punto, si procede con l’antibiogramma: i microrganismi individuati sono “aggrediti” da una serie di antibiotici, al fine di selezionare quello più efficace per curare l’infezione.
Solo dopo aver individuato con precisione il microrganismo responsabile dell’infezione, infatti, il ginecologo è in grado di prescrivere una cura efficace (antibiotici o antimicotici).
Il tampone è altresì indicato alle donne che non riescono ad avere figli: con quest’esame si riesce a scoprire la clamidia, insidioso e diffuso microrganismo responsabile d’infezioni delle tube e quindi di sterilità. A rischio, anche, le donne che usano i tamponi interni: se lasciati per molto tempo in vagina, favoriscono la proliferazione dei germi e quindi le infezioni.